| Le statistiche sul comportamento suicida sono basate principalmente sui certificati di morte e i rapporti investigativi, e sottostimano l'incidenza vera. Nondimeno, il suicidio è una delle prime 10 cause di morte tra gli adulti nelle comunità urbane. In Europa, il tasso urbano è più alto di quello rurale; negli USA, sono all'incirca uguali. Negli USA, circa 75 persone si suicidano ogni giorno. Il suicidio rappresenta il 10% delle cause di morte nei soggetti tra i 25 e i 34 anni e il 30% di quelle tra gli studenti universitari. È inoltre la seconda principale causa di morte tra gli adolescenti (v. Cap. 274). L'aumento costante dei suicidi nell'adolescenza nel corso degli ultimi 10 anni è dovuto principalmente a un aumento dei suicidi nel sesso maschile, che si sono più che raddoppiati. Oltre il 70% dei soggetti che si suicida ha più di 40 anni e l'incidenza sale nettamente tra i soggetti oltre i 60 anni, soprattutto di sesso maschile. Circa il 65% dei soggetti che tentano il suicidio ha meno di 40 anni.
Su circa 200000 tentativi di suicidio che avvengono ogni anno negli USA, il 10% ha un esito fatale. I tentativi di suicidio rappresentano circa il 20% delle emergenze di Pronto Soccorso e il 10% di tutti i ricoveri in ospedale. Le donne tentano il suicidio da 2 a 3 volte più frequentemente degli uomini, ma questi ultimi riescono più spesso a raggiungere il proprio obiettivo. Diversi studi hanno evidenziato un'incidenza di suicidi più elevata tra i familiari di pazienti che hanno tentato il suicidio.
I soggetti sposati di ambo i sessi, soprattutto in caso di relazioni stabili, hanno un tasso di suicidio significativamente più basso delle persone sole. I tassi di tentativi di suicidio e di suicidi portati a termine sono più alti tra le persone rimaste sole in seguito a separazione, divorzio o morte del coniuge. L'incidenza del tentativo di suicidio é altissima tra le adolescenti sole ed é alto anche tra gli uomini soli intorno ai 30 anni.
I suicidi nelle donne di colore sono aumentati dell'80% negli ultimi 20 anni, cosicché il tasso globale per la popolazione di colore è attualmente uguale a quello dei bianchi, soprattutto nelle aree urbane. Anche tra gli indiani americani il tasso è salito di recente; in alcune tribù è 5 volte la media nazionale.
In prigione, commettono suicidio particolarmente i giovani di sesso maschile che non hanno commesso crimini violenti, di solito nel corso della prima sett. di reclusione. Il metodo abituale è l'autoimpiccamento.
I suicidi di gruppo, sia di numerose persone che solo di due (come amanti o coniugi), rappresentano una forma estrema di identificazione personale con gli altri. I suicidi nei gruppi numerosi tendono a verificarsi in situazioni altamente emotive che superano il forte istinto di autoconservazione.
I professionisti, come avvocati, dentisti, militari e medici, sembrano avere tassi di suicidi oltre la media. Il tasso tra i medici è alto, principalmente a causa dei medici di sesso femminile, il cui tasso annuo di suicidio è 4 volte quello della popolazione generale appaiata. Per i medici di età inferiore a 40 anni, il suicidio è la principale causa di morte. L'overdose da farmaci é più comune come mezzo di suicidio tra i medici di ambo i sessi rispetto alla popolazione generale, probabilmente perché i medici hanno facilità di accesso ai farmaci e ne conoscono le dosi letali. Tra le specializzazioni mediche, la frequenza più alta riguarda gli psichiatri.
Il suicidio è meno comune tra i membri praticanti di molti gruppi religiosi (soprattutto cattolici) che in genere sono sostenuti dalla fede e sono protetti da stretti vincoli sociali contro i gesti autodistruttivi. Le percentuali riportate nei paesi cattolici non sono basse soltanto in ragione del fatto che i medici legali tendono a evitare referti di suicidio; le percentuali sembrano essere effettivamente più basse, come per gli ebrei. Tuttavia, né l'affiliazione religiosa né forti credenze religiose possono prevenire gli atti suicidiari individuali impulsivi e non premeditati compiuti durante periodi di frustrazione, rabbia e disperazione, specialmente quando sono accompagnati da deliri di colpa e indegnità.
Un suicida su sei lascia uno scritto. Gli scritti spesso riguardano le relazioni interpersonali e gli eventi che faranno seguito alla morte del soggetto. Gli scritti lasciati dagli anziani spesso esprimono preoccupazione per coloro che lasciano, mentre quelli delle persone più giovani possono esprimere rabbia o persino vendicatività. Il contenuto può essere indicativo del disturbo mentale che ha condotto all'atto suicida. Nei tentativi di suicidio, un biglietto è meno comune: esso indica la premeditazione, oltre a un rischio elevato di ripetizione dei tentativi e di riuscita nell'intento.
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