Giovannin senza paura, Racconto

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view post Posted on 22/12/2012, 22:40




C'era una volta un ragazzino chiamato Giovannin senza paura, perchè non aveva paura di niente. Girava per il mondo e capitò a una locanda a chiedere alloggio. -Quì posto non ce n'è, - disse il padrone, - ma se non hai paura ti mando in un palazzo.
-Perchè dovrei avere paura?
-Perchè ci si sente, e nessuno ne è potuto uscire altro che morto. La mattina ci va la Compagnia con la bara a prendere chi ha avuto il coraggio di passarci la notte.
Figuratevi Giovannino! Si portò un lume, una bottiglia e una salsiccia, e andò.
A mezzanotte mangiava seduto a tavola, quando dalla cappa del camino sentì una voce: -Butto?
E Giovannino rispose: -E butta!
Dal camino cascò una gamba d'un uomo. Giovannino bevve un bicchiere di vino.
Poi la voce disse ancora: -Butto?
E Giovannino: -E butta! - e venne giù un'altra gamba.
Giovannino addentò la salsiccia.
-Butto?
-E butta! - e venne giù un braccio. Giovannino si mise a fischiettare.
-Butto?
-E butta! - un altro braccio.
-Butto?
-Butta!
E cascò un busto che si appiccicò alle gambe e alle braccia, e restò un uomo in piedi senza testa.
-Butto?
-Butta!
Cascò la testa che saltò in cima al busto. Era un omone gigantesco, e Giovannino alz il bicchiere e disse: - Alla salute!
L'omone disse: - Piglia il lume e vieni.
Giovannino prese il lume e non si mosse.
-Passa avanti! - disse l'uomo.
-Passa tu, - disse Giovannino.
-Tu! - disse l'uomo.
-Tu! - disse Giovannino.
Allora passò prima l'uomo e una stanza dopo l'altra attraverò il palazzo, con Giovannino dietro che faceva lume. In un sottoscala c'era una porticina.
-Apri! - disse l'uomo.
-Apri tu! - disse Giovannino.
E l'uomo aprì con una spallata. C'era una sclatta a chiocciola.
-Scendi! - disse l'uomo.
-Scendi prima tu! - disse Giovannino.
Scesero in un sotterraneo, e lìuomo indicò una lastra in terra. - Alzala!
-Alzala tu! - disse Giovannino,- e l'uomo la sollevò come fosse una pietruzza.
Sotto c'erano tre marmitte d'oro. -Portale su! - disse l'uomo.
-Portale su tu! - disse Giovannino. E l'uomo se le portò su una per volta.
Quando furono di nuovo nella sala del camino, l'uomo disse: - Giovannino, l'incanto è rotto! - Gli si staccò una gamba che saltò via su per il camino. - Di queste marmitte una è per te, - e gli si staccò un braccio e s'arrampicò per il camino. - Un'altra è per la Compagnia che ti verrà a prendere credendoti morto, - e gli si staccò anche l'altro braccio. -La terza è per il primo povero che passa, - gli si staccò l'altra gamba e rimase seduto per terra. - Il palazzo tienitelo pure tu, - e gli si staccò pure il busto e gli rimase solo la testa posata a terra. - Perchè dei padroni di questo palazzo, è perduta per sempre ormai la stirpe, - e la testa si sollevò e salì per la cappa del camino.
Appena schiarì il cielo si sentì un canto: Miserere mei, miserere mei, ed era la Compagnia con la bara che veniva a prendere Giovannino morto. E lo vedono alla finestra che fumava la pipa.
Giovannin senza paura con quelle monete d'oro fu ricco e abitò felice nel palazzo. Finchè un giorno non gli successe che, voltandosi, vide la sua ombra e se ne spaventò tanto che morì.
 
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